Profili Cobalt: intervista all’ideatore Raamiel.

Ci sono persone che lavorano in silenzio creando prodotti interessanti, quello di Enrico Scaramelli (Raamiel) che da anni partecipa alle discussioni di fotografia nei forum più famosi d’Italia è sicuramente tra questi.

Con il suo software Enrico affronta la diversa “resa” del colore tra i vari brand, un argomento spinoso della fotografia digitale e della gestione dei file RAW, un percorso ad ostacoli difficile da descrivere senza entrare in tecnicismi e che ha creato confusione e falsi miti fin dagli albori del digitale.

Nell’intervista che segue entreremo in alcuni dettagli tecnici ma senza esagerare, promesso! 😊

Da Juzaforum ai profili Cobalt, come nasce l’esigenza di aiutare i fotografi?

E’ iniziato tutto quasi per gioco tra le infinite dispute da forum sui colori dei vari brand (canon, nikon, fuji etc).

Concepii la prima versione dei miei profili nel tentativo di dimostrare che, potenzialmente, ogni sensore può portare ai colori realistici della scena, nei limiti dell’hardware. Un lavoro amatoriale ovviamente, concepito interamente con carta e penna e poi automatizzato con Excel.

Questi primi profili grezzi, avevano il solo scopo di dimostrare  che la questione dei colori poteva essere risolta calcolando un profilo sufficientemente preciso e non contaminato da color correction arbitrarie.

Poi cosa è successo?

Il progetto si è poi evoluto costantemente, fino alla nascita della nuova generazione dei profili; con un’architettura completamente nuova e molto più complessa. A questo stadio il progetto non era più sostenibile come iniziativa amatoriale; avevo quindi due scelte: lasciar perdere, oppure farne un lavoro.

Il successo è stato quasi immediato e la richiesta dei profili estesa a un sempre maggior numero di fotocamere, a quel punto è stato vitale l’aiuto del mio amico Leonardo Cecchinato (grande programmatore che ha avuto la pazienza di sopportarmi) che mi ha permesso di automatizzare molte fasi della creazione.

Gli stessi utenti di Juza mi hanno esortato a continuare e farne una vera e propria offerta commerciale. Si può dire che Cobalt-Image sia nata proprio in quel forum, la cui “mission” è fornire profili di caratterizzazione per il maggior numero di dispositivi sul mercato. Profili ricalcolati per ottenere un colore più preciso possibile e scevro delle scelte stilistiche effettuate dai vari brand.

E’ passato il concetto sbagliato che basti bilanciare il bianco per eliminare le “differenze” tra i brand, ma in realtà si riduce (quando è possibile farlo) la presenza di dominanti.

Cosa influenza la percezione del colore nel digitale?

Pensare che il WB, da solo, possa bastare è risibile. Il WB serve per identificare l’illuminante presente in scena e individuare l’asse dei grigi neutrali. A parte questo non può far altro; la caratterizzazione del colore è competenza del profilo. Si può fare un uso creativo del WB, ma il ruolo tra profilo e WB resta separato e distinto.

Oltre ai tre profili base il pacchetto comprende profili di emulazione?

Emulare, ossia in parole povere simulare il comportamento di un diverso sensore, che con adobe Adobe (Lightroom e ACR) è possibile fare, realizzando dei profili definiti “enhanced” (estensione .xmp), dove si condensano gli effetti dei controlli disponibili nel programma, tipo esposizione, contrasto, HSL, ecc ..  e anche delle Lut.

Sfruttando questa architettura ho creato dei profili .xmp che agganciano ai miei profili base delle Lut di emulazione. In questo modo è possibile trasformare qualsiasi fotocamera, ad esempio, in una Canon 1DsIII; fotocamera rimasta nel cuore di tanti canonisti per la sua resa del colore molto apprezzata.

Le possibilità sono praticamente infinite e tra le fotocamere emulate figurano anche le due Monochrom di Leica. Per questi oggetti quasi mistici ho usato una tecnologia particolarmente avanzata per arrivare ad una emulazione virtualmente perfetta; magari potrebbe essere l’argomento per un futuro approfondimento.

La seconda differenza è come vengono elaborati questi dati, programmi semplici producono profili molto limitati, i Cobalt invece sono creati per gestire al meglio anche condizioni di luci estreme come Luci Led, faretti, e altre illuminanti abbastanza esotiche come risposta.

Sono a doppia illuminante come quelli creati con il colorchecker?

Tutti i profili Cobalt sono a doppio illuminante; Daylight D65 e StdA (Tungsteno).

Come si forma un’immagine digitale?

La pipeline di sviluppo di un raw può essere molto complessa e i vari produttori hanno i loro standard interni che possono differire anche in modo significativo. Ma è possibile schematizzare lo sviluppo con un modello standard:
Lettura Raw -> Linearizzazione -> Demosaicizzazione -> Bilanciamento -> Caratterizzazione 
Il WB avviene prima dell’intervento del profilo e l’asse dei grigi individuato non deve subire ulteriori trasformazioni. Possiamo vedere cosa questo significhi nel caso la caratterizzazione sia affidata a una semplice matrice rgb device-dipendent -> sRGB

raw1.64-0.58-0.06
raw-0.11.36-0.26
raw0.04-0.481.44

qualsiasi terna bilanciata che moltiplichiamo sulla matrice restituirà la stessa identica terna.

Cosa non ti piace dei profili di fotocamera che Adobe fornisce ai clienti?

Bisogna innanzi tutto tenere a mente che Adobe si impegna a fornire un software, non dei profili. Il loro sforzo non si concentra nel fornire una caratterizzazione il più precisa possibile, anzi.. sembra che la loro priorità sia replicare la resa che il produttore del brand X ha concepito per le sue fotocamere; resa a cui, probabilmente, il cliente è abituato.

Oltre a questo bisogna tenere conto dell’età di questi profili. La specifica originale dei DNG Adobe ha subito nel corso del tempo le sue evoluzioni e le sue interpretazioni, alcune documentate e altre no. I profili più vecchi presentano architetture oggi obsolete, molto meno resilienti nelle condizioni di luce limite.

Questo esempio può far capire meglio di mille parole:

(R) Tiziano Poli

Questo è il Raw di una Canon 5dmkIII con Adobe Colori a sinistra, presenta del clipping evidente mentre sulla destra no (profilo cobalt standard).

Appare evidente che il clipping della versione Adobe non è determinata dalla capacità del sensore, ma solo dall’architettura del profilo. Sfortunatamente Adobe non aggiorna le vecchie fotocamere con la nuova tecnologia di profilazione.

I profili Cobalt implementano tutti la più recente ed evoluta versione dell’architettura DNG; per tutte le fotocamere, di qualsiasi periodo. Inoltre la color correction è la medesima, annullando le differenze cromatiche tipiche di marchi diversi.

Anche le lenti fotografiche possono influenzare il “colore”, filtrando in frequenza l’onda em che le attraversa. Come affronti questo sfida?

Esatto, per questo ogni caratterizzazione impegna la coppia sensore/lente. Per ogni fotocamera i dati sono riferiti a una lente originale del brand. Naturalmente l’impiego di lenti di terze parti oppure non coeve alla fotocamera può comportare una variazione sulla resa del colore; ma non sarebbe pratico esplorare ogni possibile combinazione.

Il fotografo paesaggista deve gestire condizioni di luce variabili, dall’alba al tramonto, gli consiglieresti i profili Cobalt?

Sicuramente sì. Per un paesaggista la scelta più indicata potrebbe essere il profilo Neutral, oppure, se si ha bisogno di sfruttare al massimo la gamma dinamica, il Repro potrebbe essere la scelta migliore. Con quest’ultimo si può anche fare a meno dei filtri digradanti in molte situazioni.

I profili di Adobe contengono sempre una curva di contrasto che inevitabilmente comprime la gamma dinamica. Nessun profilo di Adobe è concepito per essere lineare.

Con quali software possono essere utilizzati i profili Cobalt?

I profili base sono disponibili per:

  • Camera Raw
  • Lightroom,
  • Luminar
  • RawTherapee,
  • Dxo,
  • Captureone (solo profili icc)

Dove possono essere acquistati?

Info e acquisti email: raamiel@hotmail.com

https://www.cobalt-image.com/

Hey, non dimenticarti di profilare il monitor con un buon colorimetro come questo!

 

About Gabriele Spadoni

Fotografo, informatico e blogger con mille idee per la testa e un approccio scientifico alla gestione del colore. Scrivo articoli informatici come li vorrei leggere sulle riviste specializzate.

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5 comments

  1. Io ho sempre avuto problemi con i colori Nikon, ore spese su camera raw nei menu hsl!! Se questi profili mantengono la promessa li compro subito, ore risparmiate!

  2. Troppo tecnico! Ma come li sfrutto? C’è qualche esempio?

  3. Ciao Raamiel, quindi i colori dei vari brand sono diversi perchè hanno hardware diversi? Il tuo plugin simula i vari brand?

    A me interesserebbe avere la resa canon sulla mia nikon, si può fare? Quanto costano?

  4. Per veri intenditori!

    La nuova versione è già disponibile?

    Complimenti al gestore del Blog per aver realizzato questa piccola nicchia di competenza in una marea di youtuber scappati di casa e influencer mediocri e incapaci ma ben sponsorizzati.

  5. Il concetto base è che il sensore ha un compito specifico: raccogliere le informazioni necessarie a ricostruire la scena fotografata.
    Ogni brand ha la sua filosofia, ma il succo è il medesimo.

    Quindi in ogni raw troviamo tutto il necessario per avere i giusti rossi, verdi, blu, ecc… ma per arrivarci abbiamo bisogno di un profilo di caratterizzazione. Se questi profili fossero fatti sempre e soltanto per arrivare al colore reale, allora sarebbe praticamente impossibile distinguere una Canon da una Nikon o da altre ancora.

    Ogni brand inserisce nei profili una color correction, per avere un proprio stile. Che ovviamente può piacere o meno.
    Io ho sostanzialmente separato la caratterizzazione colorimetrica dal color granding; in questo modo è possibile scambiare le cose e trasformare una Nikon in una Canon, oppure una Sony in una Leica.

    Trovate altre informazioni ed esempi nel sito 🙂

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